Cronaca

Ragazza bielorussa violentata e truffata per anni dalla sua "famiglia" italiana

C'è anche un po' di Trentino nella brutta vicenda che vede protagonista una giovane disabile bielorussa e che ha portato all'arresto di una coppia di Castrocaro: 71 anni lui, 60 lei, pensionati e incensurati, finiti in manette dopo le indagini della Squadra Mobile di Forlì

Un momento della conferenza stampa della Squadra Mobile di Forlì

C'è anche un po' di Trentino nella brutta vicenda - raccontata da Forlì Today - che vede protagonista, suo  malgrado, una giovane disabile bielorussa e che ha portato all'arresto di una coppia di Castrocaro, 71 anni lui, 60 lei, pensionati e incensurati, finiti in manette giovedì mattina di un'indagine della sezione dei reati di genere e contro i minori della Squadra Mobile di Forlì, diretta da Mario Paternoster, sotto il coordinamento diretto del procuratore reggente Filippo Santangelo. La coppia di arrestati (lei è originaria del Trentino) ha fatto da "famiglia" alla giovane, ospitandola in casa per anni.

Durante la permanenza in Italia la ragazza è rimasta vittima di un terribile incidente: è stata travolta da un camion mentre era in bicicletta, un incidente che le ha provocato disabilità gravi Secondo le accuse, i due coniugi avrebbero portato via tutto il risarcimento dell'assicurazione, superiore ai 2 milioni di euro, facendole firmare deleghe.

Avrebbero quindi migliorato il  loro  tenore di vita, tanto da arrivare a comprare una villa a Cles, ora sequestrata, lasciando la   povera ragazza emarginata in un monolocale e spinta infine a tornarsene in Bielorussia da dove, in mancanza del permesso di soggiorno, non sarebbe più riuscita a tornare, inconsapevole del suo immenso patrimonio. Non solo: negli anni la giovane, comprensibilmente molto fragile di carattere, sarebbe stato abusata dal suo 'papà' italiano, non appena la compagna si allontanava. Secondo quanto emerge dalle indagini gli abusi si sarebbero protratti nel tempo, fin da quando era minorenne e poi anche nella sua condizione di disabile.

La giovane, che oggi ha 24 anni, ora si vedrà restituire il patrimonio di 2 milioni e 120 mila euro, otterrà un permesso di soggiorno per motivi di giustizia, ma soprattutto potrà riappropriarsi della dignità della sua esistenza. Come detto la donna arrestata è originaria del Trentino e la coppia, secondo quanto ricostruito dalla indagini della Squadra Mobile, avrebbe tentato di ottenere dal Tribunale di Forlì la nomina ad amministratrice del consistente patrimonio della giovane, vedendosi però rigettata la domanda in quando la ragazza, essendo maggiorenne e sana di mente, aveva tutti i requisiti per gestirselo da sola.

Aggirato l'ostacolo legale attraverso una serie di deleghe, la coppia avrebbe riscosso il denaro direttamente dall'assicurazione facendolo versare su più conti correnti e, senza mai informare la beneficiaria del reale ammontare dei suoi beni, avrebbe iniziato a spenderli, aumentando notevolmente il tenore di vita. Basti  pensare all'acquisto, ora sotto la lente d'ingranimento degli inquirenti, di una villa a Castrocaro e di un'altra a Cles, oltre a due auto di lusso.

Una storia sbagliata (leggi la news su Forlì Today.it)


Fin da quando aveva 10 anni la giovane ha frequentato l'Italia come 'bambina di Chernobyl': così vengono comunemente definiti i migliaia di giovani che, grazie al prezioso lavoro di diverse associazioni di volontariato, arrivano in estate in Italia dagli orfanotrofi bielorussi o che si trovano a vivere nei territori contaminati dal disastro nucleare di Chernobyl che ancora, a decenni di distanza, continua a produrre i suoi devastanti effetti, il tutto per farli vivere in contesti marini e più salubri almeno per alcuni mesi l'anno.

Tutto cambia nel maggio del 2014, quando subisce un gravissimo incidente: percorrendo un tratto di strada extraurbana tra Forlì e Castrocaro in bicicletta viene travolta da un camion. Per mesi lotta tra la vita e la morte, in coma, e poi quando si ristabilisce capisce di avere problemi di deambulazione; le viene riconosciuta l'inabilità con un indice dell'80%. Per questo evento ottiene, come è normale che sia in casi come questo, un consistente risarcimento: 2 milioni e 120 mila euro dall'assicurazione.

Tuttavia qui sarebbe scattato il raggiro della sua famiglia italiana. Questa infatti, secondo quanto ricostruito dalla indagini della Squadra Mobile, avrebbe tentato di ottenere dal Tribunale di Forlì la nomina ad amministratrice del consistente patrimonio della giovane. Domanda ri9gettata: la ragazza avrebbe potuto gestire i soldi da sola. Non è andata così:  i soldi per frequentare l'univrsità, come avrebbe voluto, non li ha nemmeno visti.

Con la scusa del permesso di soggiorno da mantenere sarebbe stata impiegata in mansioni umili in casa come colf, come una sorta di novella Cenerentola. In verità, sempre secondo le accuse, il tutto sarebe stato finalizzato ad impedirle di avere contatti con l'esterno e potersi ribellare. Quando la giovane avrebbe iniziato ad obiettare a tutto questo, in un misto di sensi di colpa e insicurezza, e dopo aver confidato alla sua 'mamma italiana' le violenze subite dal compagno, sarebbe stata confinata in un monolocale poco distante, da sola, inadatto alle sue disabilità.

Una situazione che è arrivata, poco alla volta, alle orecchie degli assistenti sociali e da qui alla Polizia che ha indagato dallo scorso mese di novembre, arrivando a scoperchiare questa situazione sintetizzata nei reati di maltrattamenti, truffa, circonvenzione di incapace e violenza sessuale (solo per l'uomo), accuse per le quali a vario titolo sono scattate le misure cautelari.
 


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