Diga sull'Adige, il "no" di Villa Lagarina: "La falda scorre ancora sul vecchio corso del fiume"
Tra le condizioni per l'approvazione del progetto presentato da Aquafil power c'è il limite dei 3000 kW e l'obbligo di mantenere inalterato il livello della falda. Secondo la sindaca Romina Baroni l'impianto avrebbe in realtà le caratteristiche tecniche di un'opera molto più grande, per contenere l'innalzamento della falda si dovrebbe agire meccanicamente su 200 ettari. Unanimità del consiglio comunale sul documento, trasmesso ad Ugo Rossi ed al Servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali
Si fa sempre più vasto, e unito, il fronte del "no" al progetto di una diga sull'Adige in Vallagarina. Dopo il parere negativo dei comuni direttamente coinvolti, Nomi, Pomarolo e Volano, arriva anche la contrarietà unanime del consiglio comunale di Villa Lagarina. "I rischi riguardano un'ampia zona e siamo consapevoli di essere parte di un insieme più vasto - spiega la sindaca Rommina Baroni - la letteratura di settore ha sempre convenuto sul fatto che la rettifica del corso del fiume abbia comportato la captazione della sola acqua di superficie mentre la falda segue ancora il suo vecchio corso". Agire sull'acqua di superficie, con una derivazione da 3000 kW, significherebbe alzarre sicuramente il livello della falda.
Secondo quanto riportato nel documento approvato dal Comune e trasmesso alla Provincia si passerebbe infatti dagli attuali 2,5 - 3 metri di profondità, dove oggi scorre la falda, ad appena 80 centimetri di profondità con conseguenze disastrose per l'ambiente naturale (tra tutti la riserva del Taio a Volano) e quello agricolo (campagne a rischio esondazioni a Nomi e Chiusole) ma anche le parti interrate delle case in alcune zone. Perfino i progetti delle costruende scuole media e della casa di riposo andrebbero cambiati in conseguenza dell'innalzamento della falda. Inoltre si parla di 200 ettari che dovrebbero essere drenati meccanicamente.
"Nessuno tra i promotori del progetto si è fatto carico di questo problema e delle connessioni tra lo scorrere della falda profonda e il progetto in esame - coninua la sindaca Baroni - Quante e quali idrovore potranno regimentare lo scorrere antico del fiume? Quante e quali idrovore potranno mantenere la falda a “regime controllato"? Sono domande essenziali che non trovano risposta nella voluminosa documentazione depositata a corredo della richiesta. Al riguardo un atteggiamento prudenziale pare quanto mai doveroso e appropriato".
Si tratta del terzo progetto presentato dal 2009 ad oggi. A chiedere di poter realizzare la diga è l'aziendaa Aquafil power srl, che ha presentato domanda di compatibilità nel luglio del 2013. Il 9 settembre scorso è stato riattivato il procedimento della Valutazione di impatto ambientale, dopo l'approvazione del nuovo Piano di Tutela delle acuqe. Da allora si sono svolte nei comuni interessati ed in quelli limitrofi, assemblee di cittadini ed audizioni con i rappresentanti del progetto, ed i singooli conssigli comunali chiamati ad esprimere un parere, hanno finora votato contro la diga. La palla passa al presidente Rossi, al quale la mozione approvata a Villa Lagarina è stata inoltrata.
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