Politica

Cia rinuncia a tre giorni di stipendio contro il ddl sulla discriminazione

Secondo Cia si perde tempo ed è inaccettabile adeguarsi "al tentativo di colonizzazione ideologica di una lobby assolutamente minoritaria, che lamenta discriminazioni che sono già abbondantemente superate nella nostra comunità"

Il consigliere provinciale Claudio Cia annuncia di rinunciare all'indennità nel corso della trattazione del disegno di legge "Interventi di contrasto delle discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dall'intersessualità", di cui l'assemblea provinciale discuterà dal 15 al 17 settembre. "Come esponente delle minoranze consiliari, non posso che ribadire che il nostro atteggiamento ostruzionistico ha inteso evidenziare tutte le (volute) ambiguità, le incongruenze legislative e la fragilità delle basi empiriche di un testo evidentemente ideologico, che peraltro non faceva parte del programma elettorale del Presidente della Provincia e della sua coalizione", afferma Cia in una lettera scritta al presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti. "Senza far venir meno evidentemente la mia presenza e il mio contributo ai lavori del Consiglio nei prossimi giorni, - scrive Cia - le chiedo cortesemente di trasmettere agli uffici competenti la disposizione di trattenere dalla mia indennità mensile il corrispettivo delle tre giornate di presenza in aula, con connessa riduzione della base imponibile contributiva non ritenendo giusto addebitare alla collettività i costi di questo dibattito palesemente scollegato dai reali problemi della nostra comunità trentina".

Le motivazioni della rinuncia a tre giorni di stipendio sono motivate, scrive ancora Cia, da "una situazione che sta allargando sempre più la distanza tra cittadini e istituzioni e che sta ritardando in modo inaccettabile la trattazione, da parte del Consiglio, di questioni ben più aderenti ai problemi dei nostri concittadini, delle famiglie, delle imprese, dei giovani che cercano faticosamente lavoro, di coloro che il lavoro l'hanno perso, di persone anziane e ammalate che vivono i drammi della non autosufficienza. Ritengo non più eticamente accettabile che il calendario del Consiglio si debba adeguare al tentativo di colonizzazione ideologica di una lobby assolutamente minoritaria, che lamenta discriminazioni che sono già abbondantemente superate nella nostra comunità trentina, quand’anche ve ne fosse stata traccia in passato".


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