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Alessandro Corazza racconta il "suo" 8.000: Manaslù, la montagna dello spirito

Tutto è partito in SAT quando Alessandro Corazza, socio del sodalizio dal 2007, in una serata alpinistica ideata qualche anno fa dalla sezione di Trento, ha conosciuto un gruppo di alpinisti che organizzavano spedizioni sull’Everest altre vette himalayane.

Un sogno per Alessandro, fortissimo scalatore satino, che nel frattempo nel 2015, assume l’incarico di presidente della Commissione Escursionismo di SAT centrale.

Alessandro non arrampica per lavoro, non è guida alpina ed ogni spedizione comporta assenze prolungate e sacrifici non indifferenti, ma niente avrebbe ostacolato quel sogno accarezzato da lungo tempo. Così il 25 settembre scorso Corazza arriva in vetta con una spedizione composta da 10 scalatori dei quali 4 italiani e 12 sherpa ed in vetta sventola il gagliardetto della SAT in segno di ringraziamento nei confronti di chi ha fatto sì che il suo sogno diventasse realtà.

Ora Alessandro è pronto a portare la scalata alla “montagna dello spirito” in giro per il Trentino, prima importante tappa martedì 9 gennaio alla fondazione Caritro alle 20.30 nell’ambito delle serate culturali organizzate dalla sezione di Trento. A seguire ci saranno Rovereto, Cognola, Aldeno, Fondo, Mori.

"La via normale è il sogno di molti alpinisti, ma lassù ho visto gente morire per mal di montagna ed ho visto anche la maggior parte dei partecipanti alle spedizioni fermarsi al terzo campo base situato a 6.800 metri. A volte, appunto perché molto frequentato e molto ambito, si pensa che il Manaslù sia una vetta più accessibile di altre ma non è così. Non ho usato ossigeno se non nella discesa dopo una permanenza di 5 ore in vetta per aspettare gli altri i polmoni iniziavano a soffrire, ma in generale il fisico mi ha supportato bene. a montagna va vissuta amata e rispettata, si va in alto un passo dopo l’altro, senza mai forzare i propri limiti".


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