Economia

Turismo invernale, i dati certificano una stagione bruciata: crollo superiore al 90% per arrivi e presenze

Secondo l'Ispat, "quella tra dicembre '20 e aprile '21 non può neanche essere considerata una stagione turistica"

Immagine di repertorio

Fa impressione scorrere i numeri citati dall'Istituto di statistica della Provincia di Trento (Ispat) riguardo al turismo invernale nella stagione 2020/2021. I dati pubblicati nell'ultimo report, prendono in esame i mesi che vanno da dicembre 2020 ad aprile 2021. Già l'esordio del documento non lascia spazio ad interpretazioni: "La stagione invernale 2020/2021 non può essere considerata una stagione turistica - scrive l'Ispat - in quanto gli spostamenti sono stati pesantemente influenzati dalla situazione straordinaria determinata da una nuova ondata dell’epidemia da COVID-19. I flussi turistici a partire dal mese di ottobre sono stati praticamente azzerati per la reintroduzione di misure per il contrasto alla pandemia".

Una situazione sottolineata anche dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, intervenuto nel pomeriggio di sabato 28 agosto a Pinzolo: "Per noi è determinate riuscire a far andare bene la stagione invernale. Il Trentino si sostiene con tasse pagate, se ci fosse un altro inverno a zero come quello passato, non so come riusciremmo ad andare avanti. È importante permettere a quelle attività che sono state chiuse per questi mesi di lavorare con il Green pass" le parole del presidente.

Ma veniamo ai dati: gli arrivi della stagione invernale 2020/2021 sono poco oltre i 102mila, il 92,5% in meno rispetto all’inverno 2019/2020. Il numero dei pernottamenti diminuisce rispetto all’inverno precedente del 93,1%, con un valore prossimo alle 393mila presenze.

Sia il settore alberghiero che quello extralberghiero evidenziano variazioni molto negative rispetto ai numeri della stagione precedente: -92,7% gli arrivi e -95,5% le presenze nel settore alberghiero; -91,2% gli arrivi e -81,5% le presenze nel settore extralberghiero. Il numero dei pernottamenti registrati mensilmente durante l’inverno 2020/2021 è abbastanza costante: il valore più alto si osserva in dicembre (91.297) e il numero più basso ad aprile (72.676). Le presenze rilevate sono da attribuire a persone che si sono spostate per motivi di studio e di lavoro. Il crollo dei pernottamenti riguarda sia gli ospiti italiani che stranieri, con questi ultimi sono quasi annullati.

Un movimento che, come evidenziato anche dal grafico, non risulta neanche lontanamente confrontabile con la serie storica degli anni precedenti. Tutti gli ambiti turistici mostrano un consistente decremento degli arrivi e delle presenze; solo gli ambiti di Trento, Rovereto e le zone fuori ambito registrano flessioni marginalmente più contenute.

Alla fine, considerando anche la stima del movimento in alloggi privati e seconde case, il bilancio della stagione turistica invernale 2020/2021 risulta in calo del 90,8% negli arrivi e del 90,9% nelle presenze.


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