Economia

I ristoratori trentini sono ottimisti: “Siamo tornati alla normalità”

A livello nazionale dal 2019 si sono perse circa 14mila imprese della ristorazione, in Trentino invece i ristoranti sono cresciuti dai 1.084 del 2019 ai 1.142 del 2021

Il nuovo logo dell'associazione ristoratori del Trentino

È una ventata di positività quella che arriva dall’assemblea annuale dell’associazione ristoratori del Trentino tenutasi martedì 3 maggio nella sede di Confcommercio a Trento. “Nonostante alcune criticità che ostacolano una ripresa piena (la guerra e soprattutto i rincari delle materie prime), direi che i ristoratori trentini guardano con ottimismo ai prossimi mesi”, ha detto il presidente Marco Fontanari. 

“Ricordiamo - ha detto Fontanari - come eravamo messi un anno fa, con tutte le restrizioni ancora vigenti. Dopo 26 mesi dall’inizio di questa pandemia possiamo dire di essere tornati alla normalità: ci potremo finalmente dedicare a quello che sappiamo fare senza doverci comportare da controllori”.

Nell’ultimo anno il 54,8 per cento dei ristoratori trentini ha ricevuto controlli da parte delle autorità pubbliche in merito al rispetto delle normative anti-covid e la quasi totalità (98,5 per cento) è risultata in regola. “Questa pandemia ha messo in luce il ruolo fondamentale delle associazioni di categoria, dei cosiddetti corpi intermedi - ha aggiunto Fontanari -. Abbiamo fornito informazione, consulenza, supporto, abbiamo lavorato sui tavoli con le amministrazioni per sostenere gli interessi di un’intera categoria, abbiamo promosso l’introduzione di nuovi strumenti a sostegno delle imprese, siamo scesi in piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica”.

In Trentino il settore è in crescita

A differenza di quanto avvenuto a livello nazionale dove dal 2019 si sono perse circa 14mila imprese della ristorazione (40mila se si considera il più ampio settore dei pubblici esercizi), in Trentino i ristoranti sono in crescita. Nel 2019 erano 1.084, nel 2020 1.102 e nel 2021 sono arrivati a 1.142. Secondo un sondaggio svolto tra gli associati, il 76 per cento dei ristoratori trentini ha tuttavia ritoccato i propri prezzi per far fronte alla crisi economica.

Il calo a livello nazionale ha riguardato anche gli addetti: la pandemia ha lasciato sul campo una fuoriuscita di 240mila lavoratori, eppure il 50 per cento era a tempo indeterminato. In Trentino la composizione della forza lavoro nella ristorazione è composta al 60 per cento da lavoratori part-time. Il 10 per cento sono stagionali, il 26 per cento a tempo determinato, il 64 per cento a tempo indeterminato. Più della metà dei lavoratori, compresi i titolari, è donna.


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